SI PUÒ RAPPRESENTARE IL VALORE DI UNA AZIENDA ATTRAVERSO UNA ELEVAZIONE A POTENZA?
Pillole di management.
Il valore di una azienda è dato dalla capacità dei suoi fattori produttivi di trasformare la materia prima acquistata in denaro. La differenza fra costi e ricavi da l’utile che misura la redditività del capitale proprio (ROE).
Il ROE tuttavia non spiega tutto perché non sempre ci aiuta a capire se una azienda è più efficiente di un’ altra e a cosa è dovuta la differenza di efficienza.
Prendiamo due aziende agricole confinanti, A e B. Ciascuna ha 100 ha di seminativo da coltivare e ciascuna fa lavorare 100 operai. Negli anni hanno sempre ottenuto gli stessi risultati economici essendo sostanzialmente identiche, cioè un utile di 500. Ma nell’ultimo anno la A ha raddoppiato a 1000 l‘utile, mentre la B è rimasta a 500.
Da cosa è data la differenza?
Immaginiamo di poter rappresentare le due aziende in questo modo:
A, (100+100) elevato alla x = 1000
B, (100+100) elevato alla y = 500
dove nel primo membro abbiamo convenzionalmente messo il valore economico di 100 ha e di 100 operai.
Poiché le due eguaglianze sono diverse, non possiamo immaginare altro che ci sia un fattore che le distingue dato dalle incognite x piuttosto che y.
Ne deriva una equazione esponenziale che si risolve così:
A, xlog 200=log1000
B, ylog200 =log500
dove x=1,30 e y=1,17.
Perché x>y?
Analizzando i fatti aziendali scopriamo che nell’ultimo anno la A ha cambiato concime. Ecco perché ha guadagnato di più a parità di tutti gli altri fattori produttivi. E sappiamo anche che il valore aggiunto del nuovo concime (ovvero della decisione del suo Ceo in proposito) è dato dalla differenza 1,30-1,17. Quindi 0,13.
Questo metodo di rappresentazione mi sembra ancora più appropriato se vogliamo cercare di misurare i valori intangibili dell’azienda come, per esempio, quello del suo management, utile per stabilirne lo stipendio o i meccanismi di incentivazione.
Avv. Dino Crivellari