Gestione dei crediti in sofferenza. SMD e decreto legislativo 116/2024 Articolo dell’Avv. Dino Crivellari
Un nuovo articolo dell’Avv. Dino Crivellari è stato pubblicato sulla rivista on line Ristrutturazioni Aziendali: Gestione dei crediti in sofferenza. SMD e decreto legislativo 116/2024.
Sommario 1. Considerazioni di carattere generale. Perché regolare i gestori e non gli acquirenti di sofferenze?; 2. Un quadro di sintesi; 3. Attività giudiziale ed attività stragiudiziale; 4. Cessione di crediti in sofferenza da parte di ACS; 5. La valutazione del credito in sofferenza ceduto; 6. La gestione degli immobili.
1. Considerazioni di carattere generale. Perché regolare i gestori e non gli acquirenti di sofferenze?
Il legislatore comunitario, e di conseguenza il legislatore nazionale del recepimento, con la SMD (Secondary Market Directive [1]) e il decreto legislativo 116/2024[2] hanno assunto finalmente una posizione apparentemente decisa rispetto ad un fenomeno, quello degli Npl, che ha caratterizzato le vicende bancarie della seconda decade di questo secolo, in particolare in Italia.
Le dichiarazioni di intenti della SMD fanno riferimento, tra l’altro, alla necessità di rendere più efficiente il grande mercato degli Npl. Perché un mercato sia efficiente c’è bisogno di una domanda e di un’offerta equilibrate in relazione alla quantità di merce disponibile e di regole chiare e di facile applicazione che favoriscano le transazioni tra operatori.
Ma aldilà degli intenti dichiarati, le norme che sono state finalmente varate tradiscono una diversa preoccupazione di legislatori e Regulator: la preoccupazione di non avere più sotto controllo le vicende e la gestione degli scarti di produzione dell’industria del credito (appunto gli Npls) che nel corso degli anni “10” di questo secolo avevano superato i 1000 miliardi di valore a livello europeo e sono diventati un fenomeno endemico nel nostro paese dove erano 360 miliardi nel 2015 e non riescono a diminuire più di tanto dopo quasi 10 anni di cessioni massive che hanno visto alleggerire i bilanci bancari di quasi 300 miliardi di sofferenze, ma hanno trasferito il problema in un settore molto meno regolato e vigilato come quello dei fondi speculativi.