PREGIUDIZIO E TEORIA DEGLI INSIEMI. IL PRIMATO DELLA CULTURA.
Pillole di Management.
Anni fa, durante un corso di formazione per manager che si occupava della “Gestione del conflitto”, si affrontò il tema del Pregiudizio associato al Razzismo.
Il Pregiudizio è quello stato d’animo che nasce nei confronti del “Diverso da te”. Proprio perché è Diverso da te e non lo conosci, lo temi, ne diffidi e quindi ne hai paura.
In un mondo di Bianchi, un Nero è un Diverso. Essendo Diverso, lo temi e quindi coltivi un Pregiudizio che può sfociare nel Razzismo come estrema conseguenza dell’avversione nei confronti di chi non conosci personalmente a sufficienza.
Usando la Teoria degli Insiemi è facile dimostrare come si può superare il Pregiudizio e quindi evitare, forse, il Razzismo.
Se vedi un Nero sconosciuto in un ambiente di Bianchi, lo consideri per il solo colore della sua pelle al pari di tutti quelli che sono Neri. Cioè vedi un Insieme di Neri, non i singoli Neri.
⭕️ = Insieme di neri.
Approfondendo, scopri che quel Nero è Gay. Cioè appartiene all’Insieme dei Gay che, essendo Diversi da te, li metti indistintamente insieme a tutti gli altri Gay, quindi nello specifico Insieme dei Gay.
????. = Insieme di Gay
Ne deriva che, secondo la teoria degli Insiemi, devi sovrapporre i due Insiemi, Neri e Gay, mettendo in evidenza una Intersezione di Insiemi (Neri^Gay).
Chiameremo questa Intersezione A che, per definizione, è più piccola dei primi due Insiemi perché:
– non tutti i Gay sono Neri
– non tutti i Neri sono Gay.
Approfondendo ancora un po’, scopri che quel Nero Gay fa per mestiere il Capo del personale in una azienda.
???? = Insieme Capi del personale
Se sovrapponi i tre distinti Insiemi (Neri, Gay, Capi del personale) troverai un’ulteriore Intersezione che chiameremo B, più piccola dell’Intersezione A in quanto:
– non tutti i Capi del personale sono Neri
– non tutti i capi del personale sono Gay
– non tutti i Capi del personale Neri sono Gay
– non tutti i Capi del personale Gay sono Neri
Indagando ancora, scopri che il Nero in questione è anche Milanista, quindi appartiene all’Insieme dei Milanisti.
= Insieme Milanisti
Se sovrapponi l’Insieme dei Milanisti agli altri tre Insiemi (Neri, Gay, Capi del personale) troverai una ulteriore Intersezione, che chiameremo C, per definizione più piccola dell’Intersezione B e quindi tanto più dell’Intersezione A, cioè con un Insieme di soggetti molto meno numeroso perché:
– non tutti i Neri sono Milanisti
– non tutti i Gay sono Milanisti
– non tutti i Capi del personale sono Milanisti
– non tutti i Neri Gay sono Milanisti
– non tutti i Neri Gay Capi del personale sono Milanisti.
Andando avanti con le indagini troverai altre caratteristiche del nostro Nero: sposato, ha figli, ha la patente, ama sciare, colleziona farfalle ecc.
Tutte queste caratteristiche costituisco a loro volta dei singoli Insiemi di soggetti ciascuno con le medesime caratteristiche.
Se sovrapponi progressivamente tutti questi Insiemi a quelli precedenti, otterrai delle Intersezioni via via sempre più piccole.
La più piccola in assoluto è l’Intersezione Ennesima composta da un solo soggetto, il Nero di partenza, del quale ora conosci anche il nome: Ugo.
Ugo ti potrà stare simpatico o antipatico, ci vorrai andare a cena o alla partita, oppure no. Ma verso Ugo ora non hai più un Pregiudizio, ma un vero e proprio Giudizio, positivo o negativo che sia.
Solo se sei uno stolto potrai avere un Pregiudizio razziale nei confronti di Ugo perché ormai lo conosci approfonditamente e quindi il colore della sua pelle è assolutamente ininfluente sul tuo Giudizio, ormai ben fondato perché hai una gran quantità di elementi per giudicarlo.
Tutte queste indagini, grazie alle quali individui caratteristiche del Nero nei confronti del quale ormai hai un Giudizio, costituiscono una operazione di conoscenza, cioè una operazione Culturale.
Sintesi: la Cultura, cioè la conoscenza, elimina il Pregiudizio e ti avvicina al Giudizio, che di solito ti rende più GIUDIZIOSO.
Ne ho parlato con mia figlia Valentina, ingegnere, che mi ha spiegato scientificamente perché il mio ragionamento è corretto.
“La mancanza di conoscenza di un essere diverso da te, scatena una reazione istintiva della Amigdala (dal greco antico amygdala, mandorla) una piccola porzione del nostro cervello che gestisce le emozioni ed in particolare la paura.
Quando la Amigdala viene attivata dalla vista che intercetta qualcosa di sconosciuto, probabilmente un pericolo, reagisce inviando al resto del cervello segnali di emergenza, stimola gli ormoni che innescano le reazioni di attacco o fuga, ecc.”
L’Amigdala può reagire prima che la corteccia cerebrale capisca che cosa stia accadendo e questo perché l’emozione grezza viene scatenata in modo indipendente dal pensiero cosciente e, generalmente, prima di esso.
Senza questa funzione probabilmente l’uomo primitivo non sarebbe sopravvissuto perché non si sarebbe salvato in tempo dai continui pericoli.
“Vedo un diverso da me, continua Valentina, reagisco con paura e, per facilitare l’interpretazione del dato visivo, individuo un elemento che mi consente di creare un unico insieme omogeneo di tutti quelli che hanno la medesima caratteristica. Ad esempio, vedo un individuo sconosciuto di colore scuro, non frequente nel mio mondo noto. Creo l’Insieme dei Neri al quale posso riservare la medesima reazione di paura senza dover interpretare di volta in volta.”
Quando l’uomo primitivo ha visto per la prima volta una tigre, l’Amigdala gli ha scatenato la paura e lo ha indotto alla fuga. Non si sarebbe salvato se avesse perso del tempo ad analizzare la situazione con le funzioni più razionali del cervello, meno rapide della Amigdala. Qui il pregiudizio era sano. Quando la tigre, di lì a qualche tempo, azzannò il fratello, il cervello cosciente e razionale gli fece archiviare non più un pregiudizio, ma un giudizio chiaro sul fatto che la tigre è meglio guardarla da lontano se non puoi ucciderla subito. Con il tempo l’uomo studiò sempre più approfonditamente la tigre, cioè fece una operazione culturale, che gli consentì di addomesticarla e portarla al circo.
La tigre è sempre la tigre del primo giorno, ma l’elaborazione culturale, data dalla maggiore conoscenza dei dati che la riguardano, ha messo da parte l’Amigdala e attivato la parte cosciente e razionale del cervello. Operazione utilitaristica, forse più complicata con un coccodrillo di cui infatti non conosciamo casi di addomesticamento. La cultura ha pur sempre dei limiti. Per altro ne’ noti ne’ raggiunti.
“Il pregiudizio, in pratica, conclude Valentina, è una scorciatoia interpretativa, una forma estrema e primitiva di pigrizia (culturale) che si autoalimenta man mano che rinunci a sviluppare relazioni per non doverle interpretare. Il razzismo è la paralisi culturale che consegue alla pigrizia perdurante del pregiudizio.”
Morale: è abbastanza contro intuitivo che l’uomo abbia imparato a conoscere la tigre, mentre, per ignoranza (cioè perché non studia ed impara) si crogiola nei pregiudizi razziali nei confronti di suoi simili.
Diffidare di quelli che, non avendo mai letto Topolino a cinque anni, non sanno tenere un libro in mano neanche a 60, ma vanno a votare.
Avv. Dino Crivellari